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Noi Siamo Chiesa

Sezione italiana del movimento internazionale “We Are Church” per la riforma della Chiesa cattolica

Noi Siamo Chiesa condivide controcorrente la sentenza della Corte di Strasburgo

COMUNICATO STAMPA  

La fede la si vive nelle coscienze e la si pratica nelle opere. I simboli, come il crocefisso, servono agli atei devoti e ai fondamentalisti che hanno nostalgia della società cristiana, non ai credenti nell’Evangelo

  

Il portavoce nazionale di “Noi Siamo Chiesa” Vittorio Bellavite ha rilasciato la seguente dichiarazione:

“Anche sulla questione del crocefisso nelle scuole e negli edifici pubblici esiste una chiara differenza di posizioni all’interno della Chiesa cattolica, anche se i punti di vista diversi da quelli ufficiali fanno fatica a farsi conoscere.

Di fronte alla secolarizzazione e ai problemi pastorali che essa pone a chi vuole proporre il Vangelo all’uomo di oggi, l’atteggiamento di troppe strutture ecclesiastiche è quello di scegliere una scorciatoia; essa consiste in “campagne” per la difesa di simboli, per cercare di ottenere strumenti legislativi a favore delle proprie posizioni o delle proprie strutture, per ottenere un’affermazione formale e pubblica delle tradizioni e delle radici cristiane dell’Europa, per difendere ogni privilegio concordatario dove esiste e per ricercarlo nelle situazioni nuove (paesi dell’Est). Non ci si rassegna al superamento di una cultura della cristianità. L’ostilità alla sentenza della Corte di Strasburgo è la conseguenza di questo atteggiamento generale.

Ma esiste un altro punto di vista. Esso, di fronte alla necessità di una nuova e credibile evangelizzazione, pensa che si debba puntare soprattutto alla crescita della vita di fede nella coscienza dei credenti e nella vita delle comunità cristiane e alle “opere” di cui parla il Vangelo. Esse consistono oggi nell’impegno per il cambiamento, nella vita democratica, nei rapporti sociali, nei rapporti tra Nord e Sud del mondo e nella pace fondata sulla giustizia e il disarmo. Così il Vangelo può diventare più credibile agli occhi dell’uomo di buona volontà e in ricerca, usando povertà di mezzi materiali (Matteo 10,9).   Questa posizione si richiama al Concilio Vaticano II ed al suo spirito, è proiettata in una prospettiva ecumenica, crede nella fratellanza tra tutte le religioni, senza alcuna bandiera o simbolo, per affrontare i problemi dell’umanità all’inizio del terzo millennio.

Perché non avere un atteggiamento positivo nei confronti della domanda di laicità e di parità del ruolo di ogni religione? Perché non prendere atto che la storia dell’Europa è stata molto segnata dal cristianesimo, con grandi luci e con grandi ombre, ma anche da altre culture (per esempio l’illuminismo, il liberalismo, il socialismo…) ? E’ una questione di onestà intellettuale, non ci sono primi della classe.

            Il crocefisso è un simbolo religioso, su cui meditare nel raccoglimento della propria preghiera personale e comunitaria. Come simbolo (improprio) dell’identità e della cultura nazionale esso viene usato strumentalmente da tutta la destra miscredente (quella degli atei devoti e di quelli che adorano il Dio Po)e da quella cristiana fondamentalista. Il Vaticano e la CEI non vogliono e non riescono ad avere una posizione più equilibrata e attenta a tutte le sensibilità presenti nella Chiesa  ma, anzi, contribuiscono ad alimentare rivendicazioni e acide polemiche.”

 

 

Roma, 4 novembre 2009

                                               


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Commenti

66 risposte a “Noi Siamo Chiesa condivide controcorrente la sentenza della Corte di Strasburgo”

  1. Avatar
    Anonimo

    E ci sarebbe mancato altro che loro sono chiesa non condividesse la sentenza della corte massonica dei “diritti umani”. Altro che “controcorrente”: voi sitete quanto di più ottusamente “politically correct” esista, fra pseudospiritodelconcilio ed ecumenismo parolaio e fine a sè stesso. Quelli che volevano relegare la fede a fatto privato da “vivere nelle coscienze” erano quelli che hanno fatto strage di cristiani di tutte le confessioni e carne di porco dei “diritti” e delle libertà che sembrano starvi tanto a cuore. Io non sono né ateo devoto né adoratore del dio Po, ma vi assicuro che la prosopopea da “cattolico adulto” del Bellavite mi offende semplicemente come cattolico credente e (pur con tutti i suoi limiti) osservante. Ve l’ho già detto: che ci state a fare nella Chiesa Cattolica ? Andate a riunirvi con i vostri amici valdesi: così potrete finalmente ritrovarvi assieme ai fratelli Zagrebelsky, il più anziano dei quali ha ieri contribuito a vergare una delle più sanguinose offese che mai siano state arrecate al vero Cristianesimo ed a milioni di veri Cristiani.
    Franz75

  2. Avatar
    Anonimo

    ma non c’è da preoccuparsi: Stalin prometteva che avrebbe fatto sparire la religione dalla Russia nell’arco di una generazione. Non c’è riuscito lui, che disponeva di mezzi molto potenti…vuoi che ci riescano i cattolici del dissenso?

  3. Avatar
    Anonimo

    ho letto bene ?

    “Noi Siamo Chiesa condivide controcorrente la sentenza della Corte di Strasburgo”

    E che notizia è ?

    E quando mai non siete controcorrente ?

  4. Avatar
    Anonimo

    bella idea, mettiamo la bandierina arcobaleno che a voi fa tanta tenerezza!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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    Anonimo

    scusa marco ma non sono d’accordo.
    il rispetto dovrebbe essere per tutti, per chi ha una religione e per chi non ce l’ha.
    chi cerca un simbolo di culto non ha che da andare in un luogo di culto.
    sbaglio?
    ciao!
    Lucia

  6. Avatar
    Anonimo

    Un ateo non si riconosce in nessun simbolo. Quindi un crocifisso dovrebbe lasciarlo semplicemente indifferente. Non ha bisogno di fargli delle battaglie contro. Altrimenti un ateo che vive a Roma, e quando si sveglia al mattino o va a spasso è circondato di chiese cosa dovrebbe fare? Vivere con le bende agli occhi?

  7. Avatar
    Anonimo

    Oppure gli studenti atei dovrebbero forse abiurare allo studio della Divina Commedia perché sarebbe l’imposizione di un testo di chiara identità cristiana? Ma fatemi il piacere, per favore! E’ ora di finirla che l’ultimo che si sveglia voglia imporre il revisionismo storico – culturale!

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    Anonimo

    Questo è il mio secondo intervento sull’argomento. Gli interventi precedenti (dei quali a volte non condivido l’aggressività) mi hanno comunque rinforzato nel mio parere di non trovarmi d’accordo con questa sentenza. E questo per motivi soprattutto culturali e di tradizione. L’Europa non dovrebbe decretare su questo e ricordare che i suoi stati hanno storie e sensibilità diverse e che il crocifisso è un simbolo considerato positivo anche da molti non cristiani. Penso che sul crocifisso in classe dovrebbe decidere eventualmente l’Italia (e non l’Europa).
    Detto questo, però, non capisco a volte la confusione che viene fatta negli interventi. Ad esempio il paragone tra il crocifisso e le rappresentazioni artistiche che lo ricordano. Queste vengono ovviamente trattate diversamente per il loro diverso valore simbolico. Una rana crocifissa non è la stessa cosa del Crocifisso ed è per questo che una di queste due cose ha un valore simbolico, culturale, religioso assai maggiore dell’altra. (Lascio perdere il valore artistico).
    Purtroppo, come è già stato fatto giustamente osservare, questa Europa a volte appare come una strana struttura burocratica spersonalizzata. Secondo me l’Italia avrebbe bisogno di essere salvata da ben altro (il governo attuale) e non dalla presenza del crocifisso.

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    Anonimo

    Mi permetto un’aggiunta di commento.
    Rispetto il punto di vista di Bellavite, ma penso che vorrei porre un’altra sfida. Non quella di togliere il simbolo del crocifisso, ma quella di aggiungere eventualmente altri simboli. Quella di far sentire a casa loro musulmani, atei, buddhisti e altri. L’Italia sta diventando uno stato multirazziale, multietnico e multiculturale. Si tratta secondo me di accogliere questa sfida dal punto di vista dell’integrazione. Non voglio dire la banalità che basti agigungere una mezzaluna al crocifisso e tutti sono contenti, ma voglio dire però che la rimozione del crocifisso non mi sembra la strada giusta.
    Forse sono un sognatore, ma ricordo il piacere che provai quando – in California – vidi un manifesto con la scritta COEXIST. La scritta era composta con i simboli delle diverse meravigliose religioni del mondo. Il Crocifisso cristiano rappresentava la “T”, l’OM era rappresentato nella “O” e così via. Questa mi sembra la nostra sfida nobile, quella di integrare e arricchire la preziosa spiritualità tradizionale in Italia con i contributi delle nuove genti.

  10. Avatar
    Anonimo

    Anche gli ortodossi russi scendono in campo contro la sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo – emanazione del Consiglio d’Europa – che martedì si è pronunciata contro la presenza del crocifisso nelle scuole italiane.
    «Si tratta di un precedente pericoloso che può portare a una destabilizzazione nell’intera Europa».
    Lo ha detto padre Filarete, rappresentante del patriarcato di Mosca presso il Consiglio d’Europa.
    «In Europa si potrebbe assistere a una destabilizzazione sociale, e al sorgere di un’ondata di proteste su questioni che in precedenza non erano motivo di tensioni nella società», ha detto Filarete citato ieri dall’agenzia Interfax.
    A parere del rappresentante russo-ortodosso a Strasburgo, è stato creato «un precedente estremamente pericoloso. Oggi si chiede di rimuovere il crocifisso dalle scuole nei paesi di cultura cattolica.
    Domani si potrà chiedere di rimuovere anche i »segni cristiani« dai simboli statali storici dei paesi europei. E si può pensare benissimo che – ha concluso padre Filarete – sulla base delle stesse motivazioni e utilizzando le medesime argomentazioni, si chiederà di rimuovere le croci da migliaia di chiese europee».

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