Logo Noi Siamo Chiesa

Noi Siamo Chiesa

Sezione italiana del movimento internazionale “We Are Church” per la riforma della Chiesa cattolica

Noi Siamo Chiesa è molto coinvolta nel pellegrinaggio di papa Francesco a Bozzolo e a Barbiana e si aspetta altri passi in avanti

    

Comunicato stampa

Dopo l’evangelico viaggio di papa Francesco a Bozzolo e a Barbiana di domani  bisogna andare avanti:  Abolire i cappellani militari.  Rilanciare la teologia della liberazione. Riabilitare Ernesto Buonaiuti.

Accogliamo il pellegrinaggio di papa Francesco a Bozzolo e a Barbiana con esultanza. Don Primo e don Lorenzo sono stati i nostri maestri che leggevamo quasi di nascosto. Il quindicinale “Adesso” e la “Lettera ai cappellani militari” ci hanno indicato il coraggio di contraddire molte pretese verità ecclesiastiche e civili e tanti richiami all’obbedienza “che non è più una virtù”. I meno giovani di noi hanno poi visto nel Concilio un’accoglienza imprevista, almeno nel nostro paese, a molti punti dei loro messaggi e delle loro testimonianze. In fedeltà a questo loro insegnamento e quasi a farci portavoce del loro sentire siamo preoccupati che la sincera voce del papa non possa significare un loro recupero solo formale, senza alcun costo, per il sistema ecclesiastico italiano, quasi una imbalsamazione delle loro figure. Chiediamo coerenza.

Cappellani militari

Ci chiediamo, per esempio ricordando don  Milani, perché i vescovi italiani non decidano subito, anche con decisione unilaterale, di ritirare i cappellani militari dalle forze armate per sostituirli con la presenza della  pastorale ordinaria.  Ciò chiede da sempre Pax Christi,  ciò ha chiesto in questi giorni il Coordinamento Nazionale delle Comunità di Accoglienza, ciò chiediamo noi insieme a una ormai diffusa opinione favorevole a questa proposta presente nel popolo cristiano.

Teologi della liberazione

Ciò premesso, non possiamo esimerci da una riflessione più generale  su come l’autorità gerarchica della Chiesa ha avuto l’abitudine di isolare e di condannare quanti all’interno della comunità ecclesiale hanno indicato e cercato di praticare, in tempi  recenti,  percorsi animati dal soffio dello Spirito.  I teologi della liberazione sono quelli che hanno patito più di altri della sordità e della supponenza  di chi pretendeva di parlare in nome della vera fede. L’apertura di spazi di sinodalità, che è nella linea di papa Francesco, deve comportare a nostro giudizio una discontinuità esplicita nei confronti degli atteggiamenti che, per troppi anni, dopo il Concilio, hanno isolato ed anche condannato spiriti liberi ed evangelici presenti nella nostra Chiesa. Questa discontinuità la stiamo  aspettando.

Ernesto Buonaiuti

E’ l’occasione questa per riprendere la riflessione sulla persona e sull’opera di Ernesto Buonaiuti. I principali punti di vista del modernismo, di cui egli fu l’esponente principale,  si sono confrontati  in vari modi con la modernità,  hanno percorso  poi in modo sotterraneo la Chiesa e sono stati  accolti in gran parte dal Concilio, dal metodo storico-critico nell’esame delle Scritture, dalla libertà di coscienza e di ricerca fino alla laicità nei rapporti Stato/Chiesa, dal dialogo ecumenico ed interreligioso  ad un nuovo rapporto con l’ebraismo. Buonaiuti fu condannato tre volte, nel 1921, nel ’24 e nel ’26, la terza volta fu indicato come “vitando” (doveva essere evitato, nessuno doveva contattarlo né parlargli,  né invitarlo a incontri ecc…). E papa Pio XI impose allo stato fascista nel Concordato del ’29 il famoso art.5 scritto solo per impedire a Buonaiuti di insegnare storia del cristianesimo all’Università di Roma, cattedra da lui vinta nel 1915 con regolare concorso. Da allora l’art. 5  fu definito “articolo Buonaiuti”,  era una norma ad personam. Il Vaticano, inviò, in tempi diversi, Agostino Gemelli e il Card. Marmaggi a chiedere a Buonaiuti un atto di accettazione  completa di tutto  quanto la Chiesa diceva, conoscendo molto bene (come il papa che li mandava) il suo permanente attaccamento alla Chiesa e il suo volere sempre sentirsi  prete.  Buonaiuti si rifiutò appellandosi alla propria coscienza che gli impediva di cedere a un vero e proprio ricatto per come  la proposta si presentava .

La figura di Buonaiuti,  piaccia o non piaccia, è stata al centro della vita religiosa e culturale  della prima metà del secolo scorso. Lo studio della sua figura si è intensificato recentemente. Un convegno di grande autorevolezza si è tenuto nell’ottobre del 2015 a Roma, un secondo a Bologna nello scorso marzo, è uscito un numero monografico di 400 pagine  della rivista “Modernism” dal titolo “Ernesto Buonaiuti nella cultura europea del novecento” ( editore Morcelliana e a cura della Fondazione Romolo Murri di Urbino). E’ stato diffuso un “Appello per una migliore conoscenza e per la riabilitazione di Ernesto Buonaiuti  nella Chiesa e nella società” (vedi allegato) che ha raccolto 385 adesioni, tra queste quelle di tutte le principali riviste dell’area “conciliare”, di moltissime associazioni  e di quasi tutti gli esponenti del cattolicesimo progressista. Il 30 maggio il pronipote di papa Giovanni Marco Roncalli, ricordando le iniziative in corso,  ha scritto un articolo sull’Avvenire dal titolo  “E’ giunta l’ora di riabilitare Buonaiuti?”.  Non accettiamo che, per principio,  la riabilitazione possa essere possibile  solo per chi è rimasto formalmente nella Chiesa. Questa ci pare una posizione poca evangelica e anche del tutto discutibile dal punto di vista ecclesiologico. La Chiesa riconosca i suoi errori esplicitamente.

Le grandi responsabilità della Repubblica

Questa auspicata riabilitazione non deve riguardare solo la Chiesa. Buonaiuti è stato uno dei dodici docenti universitari che, nel 1931, si  rifiutarono di giurare fedeltà al fascismo. Già  non poteva più insegnare,  fu licenziato e si trovò in difficoltà economiche. Nel ’44-’46, in ubbidienza a un pressante intervento del Vaticano, non fu riammesso in cattedra dall’allora  governo di unità antifascista, in ossequio all’art. 5 del Concordato rimasto in vigore. La nostra Repubblica,  dovrebbe decidere una sua solenne riabilitazione; lo ha già fatto la sua università, la Sapienza di Roma, che, nel novembre del 2013, ha deliberato la riammissione postuma all’insegnamento.

Vittorio Bellavite coordinatore nazionale di Noi Siamo Chiesa

Roma, 19 giugno 2017

Allegato: Appello per una migliore conoscenza e per la riabilitazione di Ernesto Buonaiuti nella Chiesa e nella società”.

 


Pubblicato

Commenti

Una replica a “Noi Siamo Chiesa è molto coinvolta nel pellegrinaggio di papa Francesco a Bozzolo e a Barbiana e si aspetta altri passi in avanti”

  1. Avatar Gabriele Simion
    Gabriele Simion

    Perché non si legalizza l’uso della frusta come punizione scolastica, come don Milani proponeva?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *