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Noi Siamo Chiesa

Sezione italiana del movimento internazionale “We Are Church” per la riforma della Chiesa cattolica

“Noi Siamo Chiesa” interpella CEI e diocesi sull’ottopermille

 5 maggio: giornata dell’ottopermille. La Chiesa faccia qualcosa: trasparenza e pubblicità sulle risorse che amministra e dibattito su cosa significhi “Chiesa povera e dei poveri”

            Domenica prossima, 5 maggio, in tutte le parrocchie italiane la Conferenza episcopale invita a firmare, nella dichiarazione dei redditi, l’opzione dell’ottopermille a favore della Chiesa cattolica. Questa richiesta viene accompagnata, su molti media, da una vivace campagna pubblicitaria in cui si ostentano gli interventi sociali realizzati dalle strutture ecclesiali e dal clero con i fondi così percepiti dal gettito IRPEF.

            “Noi Siamo Chiesa” da sempre ha criticato questo sistema che ha le sue radici nel sistema pattizio Stato/Chiesa vigente nel nostro paese  e, in particolare, nel nuovo Concordato Craxi/Casaroli del 1984, che è in  contraddizione con un’esplicita affermazione della Costituzione conciliare Gaudium et Spes (cap. 76). 

            Ciò premesso, quest’anno “Noi Siamo Chiesa”, anche  nella prospettiva del  nuovo corso che si sta avviando nella Chiesa,  chiede e si aspetta che le strutture di vertice (CEI e diocesi), pur senza impegnarsi nell’immediato a un cambiamento radicale della situazione,  non si limitino solo a chiedere ma anche “facciano qualcosa”.

            Noi proponiamo che questa possibile iniziativa consista:

1)      nello studio concreto di come dare, in tempi ragionevoli, trasparenza e pubblicità alla quantità e alla qualità delle risorse che la Chiesa gestisce (i bilanci delle diocesi e degli Istituti per il Sostentamento del clero sono del tutto segreti,  dei fondi dell’ottopermille, sia  di quelli gestiti centralmente dalla CEI che di quelli distribuiti alle diocesi, si conoscono solo dati aggregati e, quindi, ben poco interpretabili);

2)      nell’avvio di una riflessione, alla base della Chiesa e al suo vertice, su cosa possa significare, nel vissuto quotidiano di ogni struttura ecclesiale, quella “Chiesa povera e dei poveri” di cui ha parlato ripetutamente papa Francesco.

      “Noi Siamo Chiesa” ha dato da tempo il suo contributo e ha fatto le sue proposte nel libro “Sulla Chiesa povera” (editore La Meridiana 2008).

 Roma, 3 maggio 2013           NOI SIAMO CHIESA


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Commenti

2 risposte a ““Noi Siamo Chiesa” interpella CEI e diocesi sull’ottopermille”

  1. Avatar giuseppe turani
    giuseppe turani

    Nelle parrocchie dove ho esercitato e vivo il ministero sacerdotale non ho mai fatto pubblicità alle due giornate annuali dell’ 8 x mille: nessuna comunicazione in chiesa, nessuna locandina appesa al di fuori della chiesa, nessun materiale per pubblicizzare tale giornata. La lettera spedita dal presidente della CEI l’ho sempre cestinata senza leggerla con l’interrogativo: perchè la CEI si ricorda dei parroci quando c’è di mezzo la questione economica e non quella pastorale?
    Dovrebbe essere la comunità dove il prete opera a contribuire per l’aspetto economico, oppure avere un lavoro retributivo per potersi mantenere (un esempio: don Luisito Bianchi).
    In questi ultimi anni non ho più firmato per la chiesa cattolica, ma per altre chiese. Aggiungo che sono parroco da vent’anni.
    don Giuseppe Turani parroco e liturgista

  2. Avatar Latonya Cantu

    Si tratta, nella chiesa, di ripudiare il “potere” ecclesiastico. Gesù ha detto «tra voi non è così», prendendo ad esempio negativo ogni dominio politico regale, che si fa ringraziare, si fa adorare, si copre di orpelli sacralizzanti, come gli stati antichi che avevano il tempio della divinità al centro della città, e come gli stati moderni che hanno spesso la croce negli stemmi e nelle bandiere, magari insieme all’aquila rapace. Il Redentore salva già l’aldiqua e non solo l’aldilà. Egli è “qui”: non c’è bisogno di mediazioni potenti per farci arrivare “là”. Cristo non rinvia al dopo-morte, non ci mette nelle mani di chi ha il potere di amministrare quel passaggio: la “vita eterna” comincia realmente qui.

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