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Noi Siamo Chiesa

Sezione italiana del movimento internazionale “We Are Church” per la riforma della Chiesa cattolica

“Noi Siamo Chiesa” chiede al Papa di abolire l’obbligatorietà del celibato per i preti



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Madrid 7 maggio 2008

Caro Papa Benedetto XVI, caro fratello in Cristo, Noi, il Popolo di Dio, siamo grandemente coinvolti nella crescente riduzione dei preti ordinati nel mondo. Per questo motivo la Santa Eucaristia non è celebrata in un numero crescente di parrocchie.Ciò è una conseguenza inevitabile delle norme della Chiesa sul celibato obbligatorio dei presbiteri ordinati. Ciò è anche in contraddizione con il canone 213 del codice di diritto canonico che riconosce il diritto dei cristiani di ricevere la Santa Eucaristia ogni domenica. L’Eucaristia è “la fonte e lo scopo della vita e della missione della Chiesa “( XI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi tenutosi in Roma nell’ottobre 2005). Il fatto che l’Eucaristia non è celebrata in molte parrocchie compromette la credibilità della nostra Chiesa e impedisce ai credenti la partecipazione al più importante sacramento della comunità, di cui il cattolico non dovrebbe essere privato a causa del mantenimento del celibato obbligatorio. L’opportunità di celebrare l’Eucaristia dovrebbe avere la precedenza sulla legge canonica del celibato obbligatorio, che una grande maggioranza dei cattolici praticanti vorrebbe cambiata (è una legge introdotta nell’undicesimo secolo). La grande mancanza di preti, come si rileva dall’Annuario Pontificio, non riguarda soltanto l’Europa e gli Stati Uniti, che tu hai appena visitato, ma sopratutto le parrocchie e le missioni nel Sud America. E’ un problema globale che esige urgentemente una soluzione globale. “La celebrazione della Messa, azione di Cristo e della Chiesa, è il centro dell’intera vita cristiana” (Istruzione Redemptionis sacramentum). Per fare in modo che tutti i cristiani beneficino della partecipazione a questo momento centrale della vita cristiana l’ International Movement We Are Church ti chiede cortesemente di riconsiderare l’attuale organizzazione dei ministeri nella Chiesa e di reintrodurre il celibato facoltativo per i preti ordinati come primo passo per una rinnovata forma del ministero che possa meglio servire il popolo di Dio. Noi sappiamo, e tu sai, che ci sono migliaia di preti sposati che aspirano a ritornare al ministero attivo oltre a molti che vorrebbero scegliere il ministero sacerdotale se esso fosse compatibile con il matrimonio. Continuare nella linea attuale sarebbe uno straordinario, inaccettabile e non spiegabile spreco nel servizio alla comunità. Siamo sollecitati da Gesù a proporre queste nostre proposte per tutto il popolo. Fraternamente

Raquel Mallavibarrena

Presidente dell’ International Movement We Are Church


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Commenti

Una replica a ““Noi Siamo Chiesa” chiede al Papa di abolire l’obbligatorietà del celibato per i preti”

  1. Avatar
    Anonimo

    Noi il popolo di Dio! AH AH AH! quanto ad autoproclamazioni non siete secondi a nessuno! e poi che raffinata analisi sulla crisi della Chiesa. Un po’ di pelo anche per i preti e ……. ciak le vocazioni rifioriranno. Questo sì che è Vangelo! ah se non ci foste voi che tenete in piedi la base della chiesa chissà che fughe. Peccato che le statistiche dicano il contrario e cioè che la fuga e il crollo delle vocazioni siano arrivati da quando avete messo naso, mani e piedi nelle istituzioni e nel mondo ecclesiale, cioé apartire dal post-concilio e non prima. Io credo che se vi daranno la possibilità di afr sposare i vostri preti, chiederete il distributore automatico e gratuito di profilattici, e dopo – in caso di defaillance del condom – anche la RU 486. Dopo di che chiederete la possibilità di matrimonio per sacerdoti gay, e successivamente la possibilità di adottare figli. Paaso successivo sacerdozio femnminile, quindi matrimnio tra sacerdotesse lesbiche ed adozione figli. In mancanza dei figli, fecondazione artificiale, con soppressione ad uso scientifico degli embrioni in sovrapiù. E in caso di disgrazioa la soppressione del conige sacerdore o sacerdotessa – immobilizzato e incapace di intendere e di volere – per evitargli inutili sofferenze e una vita indegna di essere vissuta.
    Si propone poi il problrema di quei sacerdoti e sacerdoesse che potrebbero separarsi dal matrimonio. In qualche modo andranno regolarizzate e quindi via libera al divorzio e cclesiastico, am tutelamndo i due partner che non solo potranno celebarre i sacramenti, ma potranno anche riceverli. Inoltre come negare la possibilità che si creino famiglie allargate, perché negare questa opera di affretellamento comunitario dello Spirito Santo, che è Spirito d’amore.
    Che bello uan aprroccgia con papa prete, mamma preta – separata – il babbo prete che si risposa con un altra donna con figli della prima donna sacerdote e poi della seconda, che magari ne aveva già altri da un altro sfortunato amtrimonio. Ecco un esempio di famiglia cristiana allargata: un padre, due madri, alcuni figli di più matrimoni, serie infnita di cugini, quattro suovceri e così via.
    Poi c’è un problema legislativo, lo stato raddoppierà il suo contributo per questte nuove famiglie ecclesiastiche?
    Ai posteri l’ardua sentenza!

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