Comunicato Stampa
Scola, vescovo di Milano, è l’antiMartini e l’antiTettamanzi
Come era stato ampiamente preannunciato il Card. Scola è stato nominato oggi Arcivescovo di Milano. Non possiamo non dire ad alta voce quanto molti, nella diocesi e fuori, pensano o dicono a bassa voce: è una notizia che suscita amarezza e delusione.
Facciamo alcune prime brevi considerazioni:
1) questa nomina è il prodotto di una imposizione dall’alto, che lascia sconcertata gran parte della diocesi, che vede ritornare da vescovo chi, a suo tempo, non fu accettato come prete. Le consultazioni sono state condotte, in segreto, in ristretti circuiti ecclesiastici. E’ un metodo che continuiamo a mettere in discussione (si vedano in nostri convegni e i nostri documenti sul metodo usato nella nomina dei vescovi) e che non è stato usato in buona parte della storia della nostra Chiesa;
2) anche questa nomina – come tutte quelle recenti in sedi cardinalizie del nostro paese- conferma lo scarso spirito di comunione ecclesiale di chi guida la Chiesa, che vuole imporre un orientamento unico a qualsiasi costo
;
3) la storia personale del Card. Scola e le sue posizioni preconizzano per il suo episcopato una diretta contraddizione con gli episcopati dei Cardd.
Tra i collaboratori del Card. Tettamanzi si cerca di sostenere che sono la diocesi e le situazioni concrete che “fanno” il vescovo, che può essere “convertito” (come avvenne per Mons. Romero).
Anche se con qualche scetticismo, anche noi vogliamo sperare che ciò possa avvenire.
Nonostante tutto nella Chiesa noi ci siamo perché noi siamo chiesa.
Milano 28 giugno 2011
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