Lettera aperta dell’aclista Mimmo Lucà ad Andrea Olivero, presidente delle Acli
Caro Andrea,
non ci sono parole per descrivere l’imbarazzo e il dolore di questi giorni, nell’assistere alle tue
apparizioni televisive da Presidente delle Acli, annunciatore di nuove formazioni politiche, liste,
ovvero partiti di centro, di fronte allo stupore e alla incredulità della gran parte degli amici e degli
osservatori attenti.
Chi ti ha conosciuto in questi anni non ti riconosce e chi ti ha apprezzato non ti capisce.
Indignazione e sconcerto. Brutto vedere dappertutto la sigla delle ACLI, strattonata e manipolata
nel tritacarne di proiezioni elettorali insondabili, di agende insostenibili, predicazioni poco credibili.
Stai tentando, senza alcun mandato in tal senso, di trascinare una storia importante, con i suoi
valori, le sue battaglie, la sua alterità sociale e popolare, in un’avventura opinabile, guidata dal
protagonista di un mondo che per anni ha guardato a Berlusconi e ai suoi “miracoli”, con sicura
benevolenza, senza muovere una foglia. Come hai potuto ingannarci tutti in questo modo, tenerci
sulla corda per tutti questi mesi, indicare con il Congresso e con Orvieto altre piste e poi precipitare
con pochi altri (visto che Bonanni, più prudentemente, si è già tirato indietro) in un progetto così
tanto distante da te e dalla tua storia? Io non penso che il nostro percorso passato, il nostro comune
retroterra, con i suoi ideali, la sua gente, le sue aspirazioni, possa seguirti, semplicemente perché
quella non e’ la sua casa, la sua sfida, la sua missione.
Hai potuto portare in una ricca e attrezzata scenografia il fantasma di una promessa e l’imbarazzo di
una successione paralizzante, ma non credo che l’associazione seguirà la stessa direzione. E questo
non solo perché non la potrà riconoscere come propria, ma soprattutto perché la sua identità
politica, morale e culturale non e’ contenibile entro gli spazi angusti di un’ aggregazione posticcia e
senza respiro. Cattolici e liberali, insieme. Ma un conto e’ fare un’alleanza e un conto e fare un
partito. Con Montezemolo? Ma davvero ci puoi credere? Ma cosa c’entra la tua storia con tutto
questo politichese senza politica, con la somma senza sintesi di differenze incomponibili, con
l’algida supponenza di personaggi senza popolo e senza principi? So che qualche tuo stretto
collaboratore si e’ adombrato per la presentazione del Rapporto Swg e che anche tu non sia stato da
meno…ma davvero credevi che tutto potesse filare liscio, che si potesse assistere passivamente a
questa violazione indebita dell’ autonomia delle Acli, senza dire niente o senza alcuna reazione? Le
tue decisioni producono conseguenze importanti e suscitano interrogativi rilevanti non solo nella
vita delle Acli, ma anche nel vasto retroterra cattolico, oltre che nella difficile impresa di coloro
che, provenienti dalle fila del cattolicesimo sociale, sono impegnati nell’agone politico in ambiti
diversi da quello in cui ti sei collocato tu. Dunque, dovrai aspettarti le critiche e accettare il
confronto, la discussione, anche se le opinioni simili alle mie possano apparirti sgradevoli. Non hai
idea di quanta gente, in questi giorni, mi abbia fermato per chiedere spiegazioni, manifestare
incredulità, dubbi, obiezioni. A tutti ho dovuto dare spiegazioni e per ciascuno ho cercato una
risposta. Ma senza aver avuto alcuna possibilità di scambio personale con te, per cercare anche solo
di capire le ragioni di una scelta spiazzante e sconcertante.
Ho l’impressione che sarà un percorso non facile, né per te né per tutti noi.
In ogni caso, sai anche tu che il destino delle ACLI non può essere condizionato dalle tue legittime
ambizioni. L’orizzonte dell’associazione vale di più ed e’ infinitamente più importante dello sbocco
politico di un presidente, per quanto bravo e capace. D’altra parte, e’ del tutto evidente che ai grandi
ispiratori della nuova “offerta politica” nella quale ti sei insediato, interessano le Acli, la loro
credibilità popolare, le reti territoriali, i quadri e gli operatori sociali. Immagino tu sia consapevole,
caro Andrea, che questo patrimonio prezioso di fiducia, di persone, di idee non può essere investito
in funzione della fondazione di un partito, di una lista o di qualunque altra aggregazione politica.
Sei già andato molto oltre i limiti dello Statuto e della opportunità politica. Sarebbe stato saggio
separare per tempo le tue scelte dal percorso delle Acli, la tua responsabilità dal destino
dell’associazione. Essa non può essere condizionata o fungere da volano di operazioni politiche che
ne violerebbero la natura e la libertà. Non sono sicuro che capirai il senso vero di questo messaggio
e l’appello sincero che esso porta con sé. D’altronde non hai risposto al mio recente sms e, dal nostro
incontro del 4 ottobre, non ti sei più fatto sentire. Tuttavia spero in tuo gesto di responsabilità e di
attenzione, non verso di me o di altri amici che non condividono la tua scelta, ma verso le Acli,
quelle ACLI che attendono, con crescente apprensione, le decisioni di un gruppo dirigente chiamato
a garantirne l’autonomia e la sicurezza.
Ad un caro saluto unisco gli auguri per il nuovo impegno che ti attende.
Mimmo Luca’
Roma, 21.11.2012
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