Invitiamo
quanti vivono nella nostra Chiesa ambrosiana a discutere dei problemi
della diocesi, in occasione della designazione del prossimo nuovo vescovo.
Ci siamo trovati già in passato a discutere di questioni che interessano la nostra Chiesa. Lo
abbiamo fatto anche sabato 27 novembre per parlare del futuro della nostra
diocesi nel momento in cui tra poco, nel prossimo marzo, il nostro
Arcivescovo terminerà il suo ministero, dopo essersi fatto molto
apprezzare soprattutto per la sua sollecitudine e chiarezza sui problemi
sociali.
Abbiamo discusso del prossimo nuovo Arcivescovo in modo pubblico mentre se ne
parla molto, ma solo in privato. Abbiamo cercato di farlo non col “totonomine”
ma parlando di “quale Chiesa
per quale vescovo “ o, anche se si vuole, di “quale vescovo per questa
diocesi”. Problemi importanti sono venuti a galla. Tra
gli altri: la mancanza di dialogo
e di ascolto nelle nostre comunità di fede sui
problemi di fondo dell’evangelizzazione; l’assenza di impegno concreto per il
riconoscimento nella Chiesa della funzione determinante delle donne; una
riforma liturgica in senso conciliare non rivolta al passato ma a forme nuove
di partecipazione e non realizzata da pochi addetti ai lavori; un impegno ecumenico
che sia allargato alla base perché sia diffusa la sensibilità all’unità delle
Chiese; la mancanza di pubblicità nella gestione delle risorse economiche;
l’assenza di preoccupazione per una pastorale nei confronti delle sorelle e dei
fratelli non credenti o in ricerca. E altro ancora.
Infine è emerso il problema stesso del sistema di designazione del nuovo
vescovo che è ancora gestito in modo verticistico e segreto, senza alcun
coinvolgimento del popolo di Dio, clero e laici. Ma la
storia della Chiesa ci insegna che la situazione di questi ultimi decenni è
eccezionale rispetto a prassi ben diverse durate secoli. Si può e si deve
cambiare anche ascoltando il messaggio del Concilio sulla collegialità e la
partecipazione nella Chiesa.
A conclusione dell’incontro abbiamo deciso di rivolgere un caldo
invito a tutti i soggetti ecclesiali presenti in diocesi – parrocchie, ordini
religiosi, associazioni, massmedia, gruppi informali e singoli fedeli –
perché, da oggi a marzo, discutano con parresia dei problemi della
diocesi e del nuovo vescovo. Le consuete prudenze ecclesiastiche siano
abbandonate perché il silenzio è solo di chi ha interiorizzato in modo negativo
il valore della fedeltà e dell’amore alla propria Chiesa. Le strutture
ecclesiastiche non ostacolino questo possibile percorso che può avere le forme
più diverse proprio per favorire l’educazione alla partecipazione; lo stesso
Arcivescovo lo solleciti.
Se questo nostro Appello sarà recepito, in tutto o in parte, il nuovo
Arcivescovo si troverà davanti a analisi, proposte e attese che potrebbero
segnare una svolta in una diocesi ricca di fermenti positivi e di presenza
sociale ma troppo abituata a una ordinaria amministrazione, del tutto
insufficiente di fronte all’espandersi della secolarizzazione. In questo
modo, a nostro parere e secondo la nostra speranza, la nostra diocesi
potrebbe essere, nell’universo cattolico, veramente diversa per
spirito evangelico, non solo per le sue tradizioni e la sua liturgia.
I promotori dell’incontro del 27 novembre “Per un cammino comunitario verso il nuovo vescovo della diocesi ambrosiana”
(Coordinamento 9 marzo, il Graal, Gruppo Promozione
Donna, Gruppo Pace di S.
Angelo, “Noi Siamo Chiesa”, La Rosa Bianca,
Preti operai della Lombardia, Centro Internazionale Helder
Camara, gruppo del Guado-credenti omosessuali)
Milano, 27 novembre 2010
Lascia un commento