Berlusconi : il demoniaco connubio tra il trono e l’altare si ripete ancora una
volta nella storia della Chiesa
Nel quasi totale e imbarazzato silenzio delle
forze laiche e democratiche ed il propagandistico plauso dei media televisivi,
ci sentiamo obbligati ad alcune considerazioni critiche sui recenti sviluppi
nel rapporto Stato-Chiesa nel nostro paese.
Il governo Prodi è stato
bersagliato per due anni dai vertici della
Conferenza episcopale e dal
Vaticano e questa ostilità è stata una delle cause principali della sua
caduta. Dopo il 13 aprile il rapporto
del vertice della Chiesa con le istituzioni è immediatamente cambiato. Il
Presidente della CEI Card. Angelo Bagnasco e soprattutto Benedetto XVI, nei
loro discorsi tenuti alla recente Assemblea dei vescovi, in nome di una “sana laicità” unilateralmente interpretata,
hanno accreditato il nuovo governo, hanno lodato la pacificazione nazionale,
hanno dettato l’agenda delle cose da fare non senza dimenticarsi di “chiedere”
a proprio diretto favore. Berlusconi è stato poi intervistato dall’ Osservatore Romano e dalla Radio vaticana ed è stato ricevuto dal
Papa con grandi onori, accompagnato da Gianni Letta, sottosegretario della
Presidenza del Consiglio, preventivamente nominato “gentiluomo di Sua Santità”.
Al cattolico adulto di prima si è ora preferito un uomo quasi inviato dalla
Provvidenza.
Questa apertura di credito è stata fatta senza alcuna cautela e senza
una valutazione di merito delle culture del nuovo governo che sono in
contraddizione evidente con la dottrina
sociale della Chiesa (liberismo in economia, estremismo sul problema
dell’immigrazione, scarsa sensibilità democratica, debole contrasto nei confronti dei poteri
criminali, disinteresse per i problemi del rapporto tra Nord e Sud del mondo, mancanza
di credibilità personale dei suoi leader ..). Il ripetuto e ben progettato baciamano di Berlusconi a Benedetto XVI
davanti alle televisioni è l’icona stessa del servilismo del nuovo corso
politico nei confronti del potere ecclesiastico.
Come cattolici crediamo nella
laicità della Repubblica, crediamo nei grandi valori della fraternità e della
solidarietà, auspichiamo che la nostra Chiesa diventi povera di strumenti
mondani e che sappia spogliarsi dei privilegi e dei ruoli di cui gode ora per predicare
con maggiore credibilità il Vangelo. Da qui il nostro scandalo per il pagano
connubio tra il trono e l’altare che si sta intensificando nel nostro paese e le cui responsabilità
principali sono del vescovo di Roma che ha favorito e accettato il servile atto
di vassallaggio del capo del governo. E auspichiamo che i cristiani adulti,
ben presenti a tutti i livelli nella
Chiesa, aprano la bocca senza timidezze su questa questione, rompendo la cappa
di conformismo che grava sul cattolicesimo italiano.
L’assemblea nazionale di “Noi
Siamo Chiesa”
Milano, 8 giugno 2008
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