Una collaborazione antica e nuova
di Lucetta Scaraffia
I cambiamenti delle società occidentali che hanno aperto alle donne gli spazi prima riservati agli uomini – cambiamenti che stanno influenzando le altre culture del mondo – hanno provocato una rivoluzione nella configurazione dei ruoli sessuali, ponendo anche per la Chiesa cattolica la questione di ampliare il ruolo delle donne. Si tratta di un problema di eguaglianza che la tradizione cristiana ha avuto ben chiaro fin dalle origini, portandola ad avviare un’autentica rivoluzione nei confronti del modo di concepire la differenza sessuale. A sua volta, questo mutamento radicale è all’origine della rivoluzione femminile contemporanea realizzatasi nelle società occidentali. Ma se nei secoli passati la Chiesa si è nei fatti dimostrata nei confronti delle donne più aperta del mondo profano, oggi la situazione si è capovolta, e le pressioni esterne e interne, affinché il nodo venga affrontato in ambito cattolico, sono
Finora, la risposta cattolica si è articolata soprattutto sul piano teorico, a differenza della società laica nella quale i cambiamenti sono stati teorizzati mentre avvenivano e, quindi, con poca consapevolezza dei rischi che molte di queste innovazioni rivoluzionarie potevano portare, quale ad esempio il crollo demografico. L’atteggiamento della Chiesa offre un vantaggio iniziale, perché è chiara la linea scelta, secondo la quale si dovrà muovere l’apertura a una maggiore presenza femminile: la Mulieris dignitatem di
Il problema però è che a questa importante elaborazione teorica non ha fatto seguito con altrettanta nettezza una trasformazione nella partecipazione femminile alla
Basti un esempio: nelle dolorose e vergognose situazioni in cui vengono alla luce molestie e abusi sessuali da parte di ecclesiastici su giovani a loro affidati, possiamo ipotizzare che una maggiore presenza femminile non subordinata avrebbe potuto squarciare il velo di omertà maschile che spesso in passato ha coperto con il silenzio la denuncia dei misfatti. Le donne infatti, sia religiose che laiche, sarebbero per natura più portate alla difesa dei giovani in caso di abusi sessuali, evitando alla Chiesa il grave danno che questi colpevoli atteggiamenti le hanno procurato.
Lo aveva in qualche modo percepito, ad esempio, nella seconda metà dell’Ottocento Daniele Comboni, che è stato beatificato e canonizzato da
Il grande missionario era inoltre convinto che la presenza di donne occidentali accanto a quella dei suoi missionari li avrebbe aiutati a mantenere un comportamento corretto, e soprattutto avrebbe loro impedito di infrangere il voto di castità, pericolo invece non infrequente in luoghi isolati, dove la promiscuità sessuale e soprattutto il potere nei confronti di
(dall’
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