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Noi Siamo Chiesa

Sezione italiana del movimento internazionale “We Are Church” per la riforma della Chiesa cattolica

Uno sconsiderato intervento dei vescovi contro il disegno di legge ZAN contro l’omofobia

 

 Assurdo l’accanimento dei vescovi contro la legge antiomofobia. Fino a quando questi interventi sconsiderati ? Il dialogo c’è già stato ed è stato positivo.

Mentre da un lato nel nostro paese si sta lentamente ampliando l’area d’opinione che accetta come situazione normale nella convivenza civile l’area LGBT, dall’altro discriminazioni e violenze aumentano nei confronti di queste nostre sorelle e fratelli. La cronaca e le statistiche lo testimoniano. E’ un fenomeno di incultura e di rifiuto delle diversità, che possono invece essere e sono una ricchezza.

Da anni una maggiore tutela da parte delle istituzioni è stato richiesto con costanza e determinazione da campagne che hanno cercato di coinvolgere tutta la società. Cinque disegni di legge sono stati depositati in Parlamento e, dopo infinite audizioni e rinvii, la Camera dei Deputati ha approvato un testo unificato all’inizio di novembre.

Nel lungo iter molte obiezioni e richieste di chiarimenti ed integrazioni sono state discusse. Esse si preoccupavano soprattutto di tutelare la possibilità di  riflessioni critiche sull’omosessualità  e di affermare con chiarezza la differenza tra uomo e donna. Il dialogo c’è stato, è stato proficuo e si è ora concluso.

Nel disegno di legge si punisce ogni forma di violenza nei confronti di soggetti e di realtà LGBT e nei confronti dei disabili, si definiscono le diverse tipologie  esistenti, c’è una esplicita e forte affermazione della libertà di espressione, la ovvia differenza tra maschio e femmina convive con il riconoscimento della pluralità delle situazioni personali.

Detto ciò, sorprende e amareggia che, con un comunicato in data odierna, la Presidenza della Conferenza Episcopale non riesca a fare a meno di accodarsi e di sostenere la posizione  fondamentalista presente nel mondo cattolico contro questa legge, scrivendo parole sorprendenti per la loro sconsideratezza (“una legge che intende combattere la discriminazione non può e non deve perseguire l’obiettivo con l’intolleranza, mettendo in questione la realtà della differenza tra uomo e donna”).

Auspichiamo che il Senato, affermando la laicità delle istituzioni, voti subito in via definitiva, senza incertezze o rinvii, un disegno di legge lungamente atteso che può contribuire a una maggiore civiltà nelle relazioni sociali del nostro paese.

Roma, 28 aprile 2021                   Vittorio Bellavite

coordinatore nazionale di Noi Siamo Chiesa

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Conferenza Episcopale Italiana

Nota della Presidenza CEI sul Ddl Zan.

Troppi i dubbi: serve un dialogo aperto e non pregiudizialeLa Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana, riunitasi lunedì 26 aprile, coerentemente a quanto già espresso nel comunicato del 10 giugno 2020, nel quadro della visione cristiana della persona umana, ribadisce il sostegno a ogni sforzo teso al riconoscimento dell’originalità di ogni essere umano e del primato della sua coscienza. Tuttavia, una legge che intende combattere la discriminazione non può e non deve perseguire l’obiettivo con l’intolleranza, mettendo in questione la realtà della differenza tra uomo e donna.

In questi mesi sono affiorati diversi dubbi sul testo del ddl Zan in materia di violenza e discriminazione per motivi di orientamento sessuale o identità di genere, condivisi da persone di diversi orizzonti politici e culturali. È necessario che un testo così importante cresca con il dialogo e non sia uno strumento che fornisca ambiguità interpretative.

L’atteggiamento che è stato di Gesù Buon Pastore ci impegna a raggiungere ogni persona, in qualunque situazione esistenziale si trovi, in particolare chi sperimenta l’emarginazione culturale e sociale.

Il pensiero va in particolare ai nostri fratelli e sorelle, alle nostre figlie e ai nostri figli, che sappiamo esposti anche in questo tempo a discriminazioni e violenze.

Con Papa Francesco desideriamo ribadire che «ogni persona, indipendentemente dal proprio orientamento sessuale, va rispettata nella sua dignità e accolta con rispetto, con la cura di evitare ogni marchio di ingiusta discriminazione e particolarmente ogni forma di aggressione e violenza» (Amoris Laetitia, 250).

Alla luce di tutto questo sentiamo il dovere di riaffermare serenamente la singolarità e l’unicità della famiglia, costituita dall’unione dell’uomo e della donna, e riconosciamo anche di doverci lasciar guidare ancora dalla Sacra Scrittura, dalle Scienze umane e dalla vita concreta di ogni persona per discernere sempre meglio la volontà di Dio.

Auspichiamo quindi che si possa sviluppare nelle sedi proprie un dialogo aperto e non pregiudiziale, in cui anche la voce dei cattolici italiani possa contribuire alla edificazione di una società più giusta e solidale.

La Presidenza della CEI

Roma, 28 aprile 2021

 


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