Introduzione all’incontro del ventennale di Noi Siamo Chiesa 28 maggio, 2016 Milano
Desidero salutare tutte e tutti, a nome anche degli aderenti di Nsc Emilia Romagna, precisando che al mio posto ci doveva essere la nostra portavoce Micol Santi, trattenuta a Bologna da un inderogabile impegno.
Sarebbe stato molto bello che ci fosse stata lei perché è una giovane donna, madre di quattro splendidi bambini, che avrebbe potuto, anche con la sua immagine, rappresentare il futuro del nostro Movimento, senza eludere la speranza che presto si realizzi quella chiesa altra che determinerebbe felicemente la fine anche del nostro movimento
Io però, come molti di voi, rappresento quella generazione che ha vissuto le speranze del Concilio, che ha sognato. da sempre, una Chiesa altra e che ora vede accendersi veramente la speranza dell’avvio di un proficuo cambiamento.
Quando Vittorio mi ha chiesto di sostituire Micol ho accettato con molto piacere non solo per la grande importanza che la celebrazione di vent’anni di cammino rappresentano per un movimento, ma anche perché ero contenta di poter dire, coralmente, un immenso grazie a Vittorio per il suo impegno, per l’instancabile energia profusa nel seguire e nel promuovere incontri, per la puntualità con la quale ha sempre seguito , commentato, stigmatizzato, e in questo ultimo tratto di tempo anche lodato, gli eventi che caratterizzano il cammino della Chiesa.
Vent’anni sono già un lungo tratto, ma penso che occorra incentivare ancor di più il nostro impegno, per far si che tutte le tematiche dell’appello del Popolo di Dio si realizzino e perché sia data piena attuazione al Concilio e autentico rinnovamento della Chiesa.
Ritengo, in particolare, che occorra un impegno serrato, per chiedere il rinnovamento del linguaggio con il quale esprimere la nostra fede, perché c’è veramente il pericolo che un impostazione dogmatica , medievale decisamente disancorata dalla lettura storico-critica della Bibbia e dalle conoscenze che la società moderna ha acquisito, rischi di non far giungere il fondamentale annuncio del Vangelo alle nuove generazioni.
In proposito c’è un ampia bibliografia, che Adista puntualmente ci offre, che va da Spong, da Lenaers, Maria Lopez Vigil, da Fox fino a Castillio , Mancuso, Maggi e al carissimo Ortensio da Spinetoli, che ci ha lasciato lo scorso anno, che ci consentono di vivere la nostra fede, in modo profondo e all’insegna di una totale umanizzazione, che se accolta, anche dalla gerarchia, ci consentirebbe, come diceva Mazzolari, di entrare nelle nostre chiese “ togliendoci solo il cappello e non la testa”.
E per dare inizio, in modo corale ai nostri lavori, vorrei proporvi di esprimere con una preghiera, tratta da una raccolta di Roberto Vinco,(abbiamo bisogno anche di salmi del nostro tempo ) che leggerò da sola, per farla risuonare nel silenzio, perché la “preghiera abita il silenzio”, e soprattutto per radicare in noi l’impegno a realizzare ciò che chiediamo.
Sappiamo infatti che il divino è la dimensione profonda dell’umano, e anche se tradizionalmente useremo l’espressione “ Vieni “ siamo consapevoli di invocare lo Spirito che è in noi, per lasciarci guidare verso l’impegno e la pienezza di vita.
Marialuisa Cavallari
PREGHIERA INTRODUTTIVA ALL’INCONTRO DEL VENTENNALE DI
NOI SIAMO CHIESA. MILANO 28 MAGGIO 2016
Vieni, Spirito e rinnova il volto della chiesa
Soffia sui suoi orecchi:
Perché possa ascoltare il Silenzio
E dal silenzio le voci delle donne e degli uomini di oggi.
La voce di risurrezione delle altre chiese.
La voce sapiente delle religioni
delle culture del mondo.
La voce dei piccoli della terra che gridano giustizia.
La voce dei bambini pieni di stupore e di attesa.
La voce degli anziani carica di emozioni e di ricordi.
La voce dei giovani che invoca il sogno di pace,
Vieni, Spirito e rinnova il volto della chiesa
Soffia sui suoi occhi:
Perché possa guardare la bellezza di ogni volto.
Gli occhi degli stranieri pieni di nostalgia
per la loro terra.
Gli occhi dei malati che rivelano la fragilità
e le compassione di Dio.
Gli occhi abbassati di chi si sente giudicato
e condannato senza pietà.
Gli occhi di chi rivela orizzonti diversi.
Gli occhi delle Comunità “dei volti” fatti di umanità
e di speranza.
Vieni, Spirito e rinnova il volto della chiesa
Soffia sulla sua bocca:
perché a nessuno sia negata la libertà della parola.
Chiesa che parla con la bocca delle donne
a cui il Cristo consegnò per prime l’annuncio della Pasqua.
Chiesa che parla con la bocca dei filosofi,
degli artisti, dei poeti.
Chiesa che parla con la bocca degli esclusi.
Chiesa che rifiuta di parlare con la bocca dei potenti
e dei “ forti”
Vieni, Spirito e rinnova il volto della Chiesa
Soffia sul suo cuore perché posa
cercare, ascoltare, condividere e celebrare il Vangelo di Cristo.
Perché possa realizzare le ricche promesse del Concilio
ancora da compiere.
Perché, come madre di tenerezza possa donare
“ la carezza della sera “ di papa Giovanni
e la testimonianza evangelica di papa Francesco.
a tutti gli uomini del mondo.
Amen
( dalla raccolta di preghiere della Comunità di S. Nicolò all’Arena di Verona )
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