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Noi Siamo Chiesa

Sezione italiana del movimento internazionale “We Are Church” per la riforma della Chiesa cattolica

We Are Church esprime solidarietà alle suore americane nel loro duro confronto con l’ex-S.Ufficio

Messaggio di amicizia e di solidarietà dell’International Movement We Are Church alle suore americane nel loro difficile rapporto con la Congregazione per la Dottrina della Fede

L’International Movement We Are Church (IMWAC) esprime la sua solidarietà alla LCWR (Organizzazione delle suore USA) per la continuazione delle trattative con la Congregazione per la Dottrina della Fede (CDF) e con l’Arcivescovo Sartain sulle questioni che sono state sollevate nei loro confronti. Condividiamo l’opinione del Card. Kasper che ha fortemente sottolineato che il dialogo (e non la condanna) è il modo cristiano per superare tutte le difficoltà insorte. L’impegno della LCWR costituisce un grande contributo alla vita della Chiesa americana ed anche della Chiesa universale per il loro paziente e coraggioso negoziato con la CDF. La linea dottrinale e l’approccio pastorale della CDF deve essere rivista perché diventi coerente con gli insegnamenti del Concilio Vaticano II che papa Francesco ha ripreso e portato avanti. Vi siamo vicini con la nostra preghiera. Siate certe che lo Spirito Santo è presente oggi in mezzo a nopi e a voi come nel giorno di Pentecoste.

Roma, 10 maggio 2014


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Commenti

Una replica a “We Are Church esprime solidarietà alle suore americane nel loro duro confronto con l’ex-S.Ufficio”

  1. Avatar Vittorio da rios
    Vittorio da rios

    Francamente mi ha molto addolorato questa vicenda. Dimostra in modo inequivocabile
    quanto sia difficile attuare autentiche riforme,e aprire finalmente alla –modernità- evangelica
    del Cristo. Io insisto sulla urgenza di riportare in ogni discussione teologica all’interno della
    Chiesa e fuori tra la gente l’assoluta centralità del Cristo non in chiave assolutista e dogmatica,
    ne unicistica ma come fonte di irradiazione di amore e di totale apertura e comprensione
    di altre fedi e tradizioni religiose potremmo dire in sintesi una evoluzione che porti oltre le fedi
    e le attuali religioni.Vale a dire la costruzione dell’uomo nuovo su base planetarie caro a Balducci.
    Gesù ha rappresentato uno spartiacque tra il prima e il dopo la sua venuta. Potremmo dire che
    mai nessuno prima di lui, ne dopo di lui ha distribuito tanta saggezza e passione per l’uomo.
    Ne testimoniano recentissimi quanto vasti lavori sull’ebreo marginale, che evidenziarono quello
    che poco anche coscienze progressiste evidenziano cioè che l’uomo moderno parte da lui da quel piccolo
    ebreo marginale. Ci ha insegnato ad agire secondo coscienza ben oltre quindi lo stesso archetipo filosofico-teologico ereditato dalla sapienza Greca. Dico questo perché ho da poco ricevuto da Adista news dove
    viene evidenziato in un bel e circostanziato articolo, una nuova e pesante presa di posizione del prefetto
    della congregazione per la dottrina della fede Gerhard ludwig Mùller, sulla teologia asiatica,
    nei confronti di uno dei più insigni teologi indiani il gesuita p. Michael Amaladoss, tra i massimi
    esperti–guarda caso– in cristologia e di dialogo interreligioso. Sembra che l’investigazione vaticana
    risalga ha un anno fa quando ad Amaladoss furono presentate obbiezioni rispetto alle sue tesi
    sull’unicità di Gesù e della Chiesa Cattolica. Obbiezioni a cui il teologo replicò, accettando di
    rispondere ad alcune domande, la cosa però rimase come sembra incagliata e le autorità vaticane
    sono tornate a fare pressione sul teologo pretendendo una sottoscrizione pubblica delle posizioni
    delle autorità vaticane sul tema, pena: si legge l’obbligo al silenzio.
    Si evidenzia che la vicenda rientra in quelle che coinvolge altri teologi impegnati in Asia nel dialogo
    tra le religioni dove si rileva che il cattolicesimo è una minoranza e occorre nuovi Paradigmi per
    –tradurlo– e renderlo –comprensibile– a culture diverse a quella occidentale.
    In supporto di Amaladoss è intervenuto Peter Phan teologo statunitense di origine vietnamite
    docente di Dottrina sociale della Chiesa presso la Georgetown University a Washington.
    Lo stesso Phan si rileva che in un suo lavoro affronta la questione della unicità del Cristo
    della funzione della Chiesa nella salvezza, e del valore salvifico delle altre religioni, ribadendo
    il valore positivo delle religioni non cristiane. C’è poi una lettera inviata dallo stesso Phan a Papa
    Francesco dove evidenzia il grande lavoro fatto sul piano teologico da Amaladoos a cui lo lega
    una profonda amicizia, e esorta Francesco che nel suo prossimo viaggio in Asia rivolga
    parole di stima e incoraggiamento per quanto finora operato sul versante teleologico da Amaladoss.
    E ribadisce Phan solo con una solida teologia che può solo nascere nella libertà accademica,
    nella creatività intellettuale, nell’integrità morale, e nel coraggio personale, con l’aiuto e la
    comprensione dei poche teologi Asiatici che operano in occidente nei confronti dei loro colleghi
    meno tutelati con inadeguate garanzie istituzionali che possono essere licenziati dai suoi superiori
    che operano in Asia, solo cosi la Chiesa cattolica Asiatica non perderà indispensabili strumenti per
    continuare la sua missione. Francesco da quanto si può apprendere conosce bene Amaladoss e la sua opera teologica in quanto anche gesuita come Bergolio e la questione pur complessa e delicata dovrebbe
    almeno si spera trovare giusta e razionale soluzione. Resta però l’intransigenza dogmatica di Mùller
    e della sua autorità come prefetto della Congregazione per la dottrina della Fede.
    Questo ennesimo caso non può non farci riflettere quanta strada vi sia da percorrere per unificare
    questa foresta di babele che sono ancora le religioni. E lasciatemelo dire che Balducci assieme a pochi
    altri in verità, la strada per uscire da questa babele in cui sono ancora prigioniere le religioni con tutto
    il loro armamentario teologico-dogmatico-superstizioso, con la sua opera culturale e antropologica
    evolutiva ce là ampiamente tracciata.
    Un grazie ad Adista. Un caro saluto a tutti e in particolare a Vittorio Bellavite.

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