NOI SIAMO CHIESA
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Benedetto XVI pretende ubbidienza dai preti austriaci. Ma l’ubbidienza è ancora una virtù?
Il portavoce nazionale di “Noi Siamo Chiesa” Vittorio Bellavite ha rilasciato la seguente dichiarazione:
“Questa mattina l’omelia di Benedetto XVI, nella tradizionale Santa Messa Crismale del Giovedì Santo, è stata particolarmente importante. Su di essa non posso evitare di esprimere alcune riflessioni critiche.
Il Papa ha parlato indirettamente del testo del 19 giugno 2011, sottoscritto a oggi da circa 400 preti austriaci, che va sotto il nome di Pfarrer-Initiative. Esso è stato seguito poi da altri importanti Appelli nel nord Europa di simile contenuto. Questi preti affermano di essere obbligati a seguire, soprattutto in relazione alla carenza di clero, “la loro coscienza” e ad “attivarsi in modo indipendente”per quanto riguarda l’organizzazione del loro ministero. Essi prevedono ruoli da protagonisti per i laici e pongono i problemi dell’apertura dell’Eucaristia ai divorziati risposati e dell’ordinazione delle donne e di persone sposate. Ma Benedetto XVI, come papa Wojtyla, non dialoga, Mai. Da quando esiste il movimento internazionale “Noi Siamo Chiesa”, nato in Austria diciassette anni fa, che per primo ha sollevato queste questioni, non c’è stato alcun rapporto, alcun dialogo col Vaticano. L’arcivescovo di Vienna Card. Schönborn pare che ci abbia tentato ma è stato impossibilitato a continuare da Roma. Nell’omelia Benedetto XVI ha affrontato questi problemi solo sotto il profilo dell’ubbidienza dovuta al Magistero. Ma l’ubbidienza è ancora una virtù? Il Papa tocca, in particolare, il problema dell’ordinazione delle donne, ripetendo la linea di papa Wojtyla. Non se ne può neppure discutere. Ma, nella Chiesa, molti sostengono che non ci sono vere obiezioni valide di carattere teologico ad andare in questa direzione e questa opinione si sta diffondendo.
Benedetto XVI dice poi che nella storia dell’epoca postconciliare il vero rinnovamento “ha assunto forme inattese in movimenti pieni di vita”. Le parole indeterminate del Papa non chiariscono quali siano questi movimenti. Noi ci vorremmo mettere anche le Comunità cristiane di base e tutti quelli che sono sorti ispirandosi alla teologia della liberazione. Vorremmo essere sicuri che il Papa non abbia voluto riferirsi solo a movimenti tipo Comunione e Liberazione, ai carismatici ecc..
Infine Benedetto XVI attribuisce tutta la sua autorità a quanto afferma la “Nota con indicazioni pastorali per l’anno della fede”del 6 gennaio firmata dal Card. Levada là dove afferma che”i testi del Concilio Vaticano II e il Catechismo della Chiesa cattolica del 1992 sono gli strumenti essenziali che ci indicano in modo autentico ciò che la Chiesa crede, a partire dalla Parola di Dio”.. Rifiutiamo in toto questa equiparazione tra l’autorità del Concilio e quella del Catechismo, due fonti dall’autorità qualitativamente diversa, come da tempo sosteniamo. L’Anno della fede dovrà essere il periodo in cui si dovrà ricorrere allo spirito del Concilio Vaticano II e ai suoi testi per fare uscire la Chiesa dall’immobilismo e per evangelizzare all’inizio del testo millennio “.
Roma, 5 aprile 2012
Allegato: testo dell’omelia di Benedetto XVI e testo della Pfarrer-Initiative
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