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Al Consiglio Permanente della CEI : su Papa Giovanni, patrono dell’esercito, non si torna indietro; sui preti pedofili solo parole per continuare nell’immobilismo
Il Consiglio Episcopale Permanente della CEI , appena concluso, era iniziato con una prolusione positiva del nuovo presidente Card. Gualtiero Bassetti. Le sue conclusioni, che conosciamo dal comunicato finale e dalla conferenza stampa di Mons. Galantino, meritano alcune considerazioni.
Jus soli
La questione che ha interessato di più, per la sua attualità sulla scena politica, è stata quella della legge sullo jus soli. La posizione assunta era abbastanza scontata. Dall’inizio la linea, sia del Vaticano sia delle realtà cattoliche di base attive nel rapporto con i nuovi italiani sia del quotidiano cattolico, è stata ovviamente favorevole alla legge. Alla conferma di questo orientamento si è aggiunta , nelle parole di Bassetti la necessità di fronteggiare da un punto di vista pastorale e culturale la diffusione della cultura della paura e della xenofobia nei confronti dei migranti: “alimentare queste culture non è un comportamento cristiano”. Jus soli e migranti sono questioni ben diverse tra di loro ma nella propaganda populista e della destra esse sono state assimilate e perciò sono preziose le indicazioni del Presidente della CEI, se saranno ascoltate.
Papa Giovanni patrono dell’esercito
Sulla nomina di papa Giovanni a patrono dell’esercito Bassetti non ha detto niente nella prolusione e niente si dice nel comunicato conclusivo e non capiamo perché. Eppure è l’argomento di questi giorni nel mondo cattolico dove si è saputo che nessun vescovo italiano sapeva qualcosa in proposito. Tutti conosciamo le reazioni vivacissime che un tale provvedimento vaticano ha suscitato; ad esse abbiamo partecipato. Galantino ha preso atto della situazione ed ha aggiunto che il Consiglio Permanente “ha confermato l’apprezzamento per il lavoro dei duecentomila militari in Italia” (ma ciò non risulta nei testi scritti) e che “che non si può portare indietro l’orologio” di quanto è stato deciso ( come vorrebbero i firmatari di appelli di base e di lettere aperte). In conclusione Galantino accetta il colpo di mano organizzato dall’ultraconservatore Card. Sarah, prefetto della Congregazione del culto divino e dei sacramenti, con la probabile collaborazione dell’ex generale di Corpo d’Armata Angelo Bagnasco e alle spalle di papa Francesco.
Preti pedofili…
I vescovi hanno deciso di riprendere in mano la questione dei preti pedofili. La situazione é sempre grave. Continuamente si ha notizia dalle cronache anche se ogni scandalo di questo tipo ormai fa quasi parte della quotidianità negativa della realtà del nostro mondo cattolico. Abbiamo sempre cercato, controcorrente, di incalzare, documentare e proporre su questa questione che non può mai essere considerata di ordinaria amministrazione. In una lettera del gennaio scorso a tutto il Consiglio Episcopale, ripresa scrivendo a Bassetti ( vedi allegato) prima di questo incontro, abbiamo chiesto e preteso, come anche in tanti altri nostri testi, una svolta nella linea tenuta dai vescovi, a partire dai fatti concreti , da quanto stanno facendo un gran numero di altri episcopati e dalla condizione delle vittime con cui siamo in contatto.
….le nostre proposte
Abbiamo detto che :
— è necessaria una autocritica profonda sul comportamento di tante realtà di Chiesa, a partire dai vescovi, per come l’abbiamo conosciuto negli ultimi dieci anni. Il sostenere che la situazione in Italia non è come in altri paesi è una pura e semplice difesa della casta ecclesiastica e delle sue tante azioni di copertura o di passività colpevole o di “voltarsi dall’altra parte”. Il sostenere che la vittima deve avere come primo e principale punto di riferimento il proprio vescovo è quasi una provocazione alla luce di troppi fatti;
— se ci fosse vera consapevolezza di tutto ciò sarebbe necessario, come minimo, organizzare una “Giornata nazionale di penitenza e di preghiera” per le colpe della Chiesa e di alcuni dei suoi membri. Ciò è stato fatto recentemente , con diverse modalità, in Svizzera, in Francia e in altri paesi;
–devono essere cambiate le “Linee guida” del 2012 che i vescovi italiani si sono dati su richiesta del Vaticano. Esse non prevedono l’obbligo giuridico del vescovo “non rivestendo egli la qualifica di pubblico ufficiale né di incaricato di pubblico servizio, salvo il dovere morale di contribuire al bene comune, di denunciare all’autorità giudiziaria statuale le notizie che abbia ricevuto in merito ai fatti illeciti oggetto delle presenti Linee guida”. Abbiamo detto che dovrebbero essere le norme canoniche, imposte dai vescovi italiani, a prevedere in questo caso un obbligo generale di denuncia del prete pedofilo alla magistratura;
–in ogni diocesi (come in quella di Bolzano e in molti altri paesi) si dovrebbe istituire una Autorità indipendente, di facile accesso, che sia luogo di ascolto delle vittime e di interlocuzione, nel loro interesse, sia con la magistratura che con la diocesi.
…e le conclusioni deludenti
Le conclusioni del Consiglio Episcopale sono del tutto deludenti alla luce di quello che riteniamo sia necessario in una situazione di emergenza che nessuno vuole riconoscere. In sostanza sono state scritte solo parole generiche, poco costose , inutili e dette altre volte: C’è “l’esigenza di trovare risposte sempre più puntuali ed adeguate” e poi “è necessario un “cambio di mentalità e di atteggiamenti” e via di questo passo. E stato istituito un “gruppo di lavoro” per approfondire la questione in ogni suo aspetto e per accompagnare le diocesi inviando “orientamenti e protocolli” . Ma essa non è sufficientemente conosciuta? “Prioritaria è la sfera della prevenzione e della formazione” (impegno che peraltro abbiamo sempre chiesto) ma allora dobbiamo pensare che in secondo piano venga l’occuparsi dei casi concreti di oggi, delle vittime e dell’allontanamento definitivo e rapido del prete pedofilo dall’ordine clericale?
Galantino in conferenza stampa ha detto ai giornalisti di non fare “sensazionalismo” e ha detto, in modo sconcertante, di non avere i dati quantitativi su tutta la realtà dei preti pedofili. Gli consiglieremo come fonte utile di andare sul sito www.retelabuso.org.
Quindi si continuerà come prima, con l’iniziativa della magistratura e con il sistema ecclesiastico ripiegato su sé stesso che reagisce male e a fatica soprattutto sotto la pressione dei fatti che diventano noti ma senza un ripensamento radicale della propria storia e del proprio modo di essere. La sensibilità per le sofferenze e le cicatrici nel cuore e nella mente di chi è stato offeso è debole sotto la pressione dell’interesse del sistema ecclesiastico a non avere scandali. Ma il Vangelo (Mt 18,7) ci ammonisce: “necesse est enim ut scandala veniant”.
Roma, 29 settembre 2017 Vittorio Bellavite di “Noi Siamo Chiesa”
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