NOI SIAMO CHIESA
Via N. Benino 3 00122 Roma
Via Soperga 36 20127 Milano
Email < vi.bel@iol.it>
tel. 022664753, cell.3331309765
Rilanciato e consolidato il sistema dei cappellani militari. E’ una decisione degli uffici del Vaticano ? o è il nuovo corso di Bassetti e di Galantino?
Con delibera dell’8 febbraio il Consiglio dei ministri ha informato che è stata firmata un’Intesa con la Santa Sede sull’assistenza spirituale alle Forze Armate (vedi in calce).
Da decenni è aperta nel mondo cattolico italiano la questione dell’opportunità o della necessità dei cappellani militari. I motivi di questa riflessione critica sono facili da spiegare : aldilà della buona volontà dei singoli il sistema dei cappellani militari, con l’inquadramento, le retribuzioni, i gradi gerarchici e la presenze sul campo che esso prevede, fa dei cappellani una parte integrante delle nostre Forze Armate. Ciò significa che essi non possono separare (e non separano) le loro posizioni dalle scelte che, di volta in volta, sono fatte dal governo e dai comandi militari. Ciò ha comportato, negli ultimi trenta anni, partecipare a interventi cd “umanitari” o di liberazione o altro (Kossovo, Iraq, Afghanistan, Libia,ora Niger) e a logiche di spesa militare e di riarmo che sono censurabili sul piano etico e quasi sempre contrarie all’art.11 della Costituzione . Marginali sono state le presenze di protezione e di separazione in conflitti, all’interno del quadro di operazioni decise dalle Nazioni Unite.
L’avvallo che di fatto la presenza dei cappellani dà alle azioni delle Forze Armate italiane è in diretto contrasto con la linea della nonviolenza e con gli inviti a una politica di pace che papa Francesco quotidianamente propone ai credenti e a tutti gli uomini e a tutti i governanti di buona volontà.
Questa cultura antievangelica porta poi a posizioni aberranti come quella del Card. Ruini che, ai funerali dei caduti di Nassiriya, ha detto che essi “stavano compiendo una grande e nobile missione” e che “i nostri caduti hanno accettato di rischiare la vita per servire la nostra nazione e per portare nel mondo la pace”. Avrebbe dovuto dire che erano povere sfortunate vittime di una guerra d’aggressione. E’ questa una logica mistificatrice non molto diversa da quella che ha portato, con un colpo di mano, ad ottenere dalla burocrazia del Vaticano che papa Giovanni fosse dichiarato patrono dell’esercito.
Da decenni i cristiani che si ispirano all’Evangelo per il loro impegno per la pace hanno chiesto ai vescovi italiani che l’assistenza spirituale al personale militare fosse devoluto alla pastorale ordinaria e che il sistema dei cappellani fosse soppresso. Il governo, non dotato di grande sensibilità laica e facendosi scudo del nuovo Concordato Craxi-Casaroli , ha concluso una trattativa di cui non facciamo fatica a intuire i contenuti. E’ questo il nuovo corso di Bassetti e di Galantino? A meno che non abbiano avuto la notizia da una agenzia di stampa come per la nomina di papa Giovanni a patrono.
Roma 9 febbraio 2018 Vittorio Bellavite, coordinatore nazionale di Noi Siamo Chiesa
Comunicato stampa del Consiglio dei Ministri n. 69 del 8 Febbraio 2018
ATTUAZIONE DEL CONCORDATO TRA L’ITALIA E LA SANTA SEDE
Intesa tra la Repubblica italiana e la Santa Sede sull’assistenza spirituale alle Forze armate
Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, ha approvato lo schema di Intesa tra la Repubblica italiana e la Santa Sede sull’assistenza spirituale alle Forze armate.
L’Intesa ridefinisce i profili giuridici del rapporto tra i Cappellani e le strutture militari, per conciliare l’elemento di continuità, costituito dalla presenza dei sacerdoti nelle Forze armate fin dal 1915, con i mutati scenari intervenuti a seguito della sospensione della leva obbligatoria e delle nuove funzioni che le Forze armate sono chiamate a svolgere in Italia e all’estero.
Il testo regola l’inquadramento, lo stato giuridico, la retribuzione, le funzioni e la disciplina dei Cappellani militari, figure autonome rispetto all’organizzazione militare; l’organico dei Cappellani viene ridotto dalle precedenti 204 unità a 162 e il loro trattamento economico principale continua ad essere quello base previsto per il grado di assimilazione, mentre per quello accessorio l’Intesa indica specificamente le diverse tipologie. L’Intesa, dopo l’esame da parte del Consiglio dei ministri, sarà sottoposta alla firma delle due Parti, Stato e Santa Sede, e il suo contenuto dovrà essere recepito con apposito disegno di legge.
Lascia un commento